Sai quanto mi piace raccontare il settore enogastronomico, la straordinaria di dedizione alla qualità, all’autenticità e alla creatività. Scrivere di produttori e ristoratori consapevoli che si affidano a tradizioni secolari e know-how per creare prodotti unici e offrire esperienze culinarie one of a kind.
Qui ti parlo di 5 rivoluzioni che stanno “rivoluzionando” gli approcci dei professionisti in questo contesto.
Negli ultimi periodi, sembra una novità ma oramai sono anni, l’intelligenza artificiale (IA) ha iniziato a farsi strada nel comparto enogastronomico di nicchia, aprendo nuove opportunità e sfide per tutti gli operatori. Propongo, nelle prossime righe, un’esplorazione comprensibile di come l’IA stia rivoluzionando il settore enogastronomico di nicchia, offrendo vantaggi significativi in termini di qualità, efficienza e innovazione ma, al contempo, conducendo a qualche insicurezza e indecisione a chi non padroneggia (comprensibilmente) l’argomento.
Ecco 5 aree di rivoluzione dell’IA.
Di cosa parlo
1. Processi di produzione vincenti
Nel settore enogastronomico di nicchia, la produzione è spesso un’arte che richiede tempo, manualità, conoscenze tramandate e attenzione ai dettagli.
La produzione delle eccellenze enogastronomiche è estremamente umana, fatta per toccare gli animi, per comunicare un messaggio, per confezionare esperienze indimenticabili e creare ricordi. Dagli uomini per gli uomini.
Ma allora cosa può centrare, in questa verità, l’artificialità (passami il gioco di parole) dell’intelligenza artificiale?
In questi termini si parla di coerenza nell’eccellenza. L’IA riduce il rischio e uniforma l’alta qualità. Ma attenzione, non si parla di standardizzazione, quella lasciamola al largo consumo, come le economie di scala e quant’altro, qui si parla di facilitare la predisposizione delle condizioni necessarie per garantire una massima qualità e ridurre il rischio di errore ma senza discostarsi dal concetto di artigianalità.
Ti faccio un esempio, per un margaro in un caseificio l’IA sarà molto utile nell’analizzare le condizioni atmosferiche e fornire le previsioni necessarie per stabilire e monitorare alcuni parametri ottimali come la temperatura, l’umidità, il tempo di stagionatura dei formaggi e tutto questo con estrema precisione, contribuendo a creare prodotti non uniformati bensì valorizzati in tutti i loro aspetti.
2. Massima qualità e analisi sensoriale impeccabile
Qualità, un termine inflazionato quando si parla di enogastronomia. Un elemento imprescindibile per un prodotto enogastronomico di nicchia e anche un pilastro fondamentale del settore.
Si può tranquillamente affermare che la maggior parte (se non tutte) delle decisioni all’interno di un business alimentare di nicchia vengono assunte con un estremo riguardo alla qualità dell’output finale. Qualità sensoriale e piacevolezza ma non solo, anche sostenibilità, credibilità, identità, distinzione… insomma tutti gli aspetti che rendono speciale un prodotto.
Soffermandosi sull’aspetto sensoriale della qualità, l’IA può svolgere un ruolo chiave nell’analisi sensoriale e nel controllo di qualità dei prodotti.
Gli algoritmi di apprendimento automatico possono essere addestrati per riconoscere i dettagli sensoriali come il sapore, l’odore, la consistenza e il colore. Questo consente di identificare anche le variazioni più piccole nella qualità del prodotto.
Ad esempio, un produttore di cioccolato artigianale può utilizzare l’IA per rilevare qualsiasi deviazione, anche umanamente molto difficile da cogliere, nella consistenza o nel sapore del cioccolato, garantendo che ogni lotto sia conforme agli standard di alta qualità.
Sembra incredibile ma è vero. Un’intelligenza artificiale ben addestrata può sviluppare un palato (e anche gli altri sensi) ancor più vigili di quelli umani.
Non ti spaventare, la tua soggettività non è a rischio, non si eliminerà mai la variabile “mi piace” o “non mi piace”, quella non ce la toglie nessuno. L’IA aiuterà il produttore a distribuire sul mercato un prodotto ancor più perfetto ma saremo sempre noi, i consumatori finali, a scegliere.
3. Una nuova offerta. Innovazioni e combinazioni di prodotti
Che il potere sia nella conoscenza e nella creatività è indiscusso. Ma cosa vogliono i consumatori finali? Bisogna sempre chiederselo.
I grandi produttori e i grandi chef probabilmente si distinguono proprio per la loro capacità di comprendere il mercato e per il loro coraggio di modificare l’ offerta sulla base delle preferenze dei consumatori. Posso dirti, l’innovazione è un atto di coraggio, soprattutto da parte dei produttori con delle tradizioni famigliari fortemente radicate e in contesti dove “è da 100 anni che si fa così”.
Ed è qui che entra in ballo l’IA, per aiutare gli imprenditori nella creazione di nuovi prodotti o nel disegnare nuove combinazioni di ingredienti analizzando, quasi estemporaneamente, i dati sulle preferenze dei consumatori.
Si apre un nuovo mondo per il food pairing, ad esempio, una rivoluzione nell’arte dell’accostamento dei cibi.
Il Food pairing
Nasce dalla volontà di esprimersi con nuove combinazioni di sapori grazie all’associazione di due o più alimenti per similitudine o contrasto nelle caratteristiche gustative. Non stiamo parlando di niente di nuovo, insomma, il food pairing si fa da sempre anche nelle più tradizionali cucine casalinghe. Per comprendere meglio il concetto, quali sono i food pairing per eccellenza? Pane e Nutella, panna e cioccolato, pere e formaggio, uova e asparagi…
Giusto lo scorso weekend ho (nuovamente) degustato, presso la Trattoria La Buca a Zibello, uno dei miei food pairing preferiti in assoluto: la spalla cotta con mostarda di mele. Il gusto sapido e persistente della spalla cotta in netta contrapposizione con la dolcezza e la consistenza “caramellosa” della mostarda di mele sono un connubio eccezionale. Che te lo dico a fa, se ci passi passaci!
Tornando a noi, l’IA supporta la creatività degli chef nel creare abbinamenti di cibo sempre diversi e sempre innovativi. Gli algoritmi scelgono tra milioni e milioni di combinazioni possibili e possono prediligere diversi aspetti nella selezione degli elementi da accostare come: la piacevolezza sensoriale, l’effetto visivo, la salubrità, etc… Basta chiedere e l’IA ti darà, di certo però non cucinerà per te (per ora) e sicuramente non come te (questo mai).
Riassumendo, gli algoritmi di apprendimento automatico possono analizzare dati sulle preferenze dei consumatori, le caratteristiche degli ingredienti e le tecniche di preparazione per identificare opportunità di innovazione.
Ad esempio, un produttore di birra artigianale potrebbe utilizzare l’IA per esplorare nuovi ingredienti e sapori per creare birre artigianali diverse che catturano l’attenzione anche dei consumatori più esperti.
4. Sostenibilità e Riduzione degli Sprechi
La sostenibilità è diventata un tema centrale in tutto il settore enogastronomico, come in tutti i settori.
Come usare le risorse idriche disponibili in modo ottimale? Come monitorare e ridurre gli sprechi in ogni passaggio della filiera? Come approvvigionarsi in modo efficiente e sostenibile?
Sono alcune delle domande e delle questioni che i produttori agroalimentari si pongono quotidianamente e la cui risposta è cruciale per il corretto funzionamento del business.
Gli algoritmi dell’IA possono rispondere a queste domande. Possono ridurre lo spreco delle risorse, efficientare l’utilizzo dell’acqua, regolare gli approvvigionamenti in un’ottica di sostenibilità e non solo.
5. Portare i nodi al pettine. STOP A Frodi e contraffazioni
Nel settore enogastronomico, la contraffazione e la frode sono una minaccia comprovata.
Per non parlare dell’utilizzo indebito delle denominazioni, ti dice qualcosa il Parmesan Cheese? Il formaggio più acquistato negli USA ma che di Parmigiano ha ben poco.
L’IA può essere utilizzata per rilevare le frodi e le contraffazioni nei prodotti.
Ti faccio un altro esempio, chi ci assicura che un prodotto certificato biologico sull’etichetta sia effettivamente, indiscutibilmente 100% biologico? Nessuno in effetti.
Gli algoritmi partono dall’analisi della materia prima e proseguono con quella dei dati sulla produzione e la catena di approvvigionamento per garantire che i prodotti siano autentici e rispettino gli standard di qualità. Una verifica della verifica possiamo dire, chissà quanti nodi verrebbero al pettine… O, nel migliore dei casi, no.
è importante sottolineare
Che l’IA è uno strumento, non una sostituzione dell’arte e della passione che sono alla base del settore enogastronomico di nicchia. L’IA può migliorare il lavoro dei professionisti, ma il tocco umano e la dedizione rimangono elementi essenziali per la creazione di eccellenze enogastronomiche. L’IA da il via alle 5 rivoluzioni, ma è la combinazione di tecnologia e tradizione a rendere davvero straordinario il settore enogastronomico di nicchia.
Se ti è piaciuta questa lettura sulle nuove dinamiche del settore ti invito a proseguire con l’articolo “La follia degli chef“, ne vale la pena!