Come le sigarette?

Buon vino a cattivo gioco… Ma il gioco è bello finché dura poco e qua la situazione si sta facendo seria.

Penso che la maggior parte di noi abbia già sentito parlare della recente delibera dell’Unione Europea (UE) riguardo l’imposizione, alle aziende produttrici di vino, di inserire diciture sanitarie, o meglio, messaggi di avvertimento sulle etichette dei loro prodotti… Nella fattispecie di “Il vino nuoce alla salute”.

Iniziare a comunicare il vino come dannoso per la salute è un vero e proprio tsunami per l’Europa. Vediamo meglio di che si tratta.

La delibera dell’UE: il vino come le sigarette?

La delibera dell’UE prevede che i messaggi sanitari sulle etichette del vino siano ben visibili e facilmente leggibili per i consumatori. Inoltre, gli avvertimenti devono essere presenti in modo equilibrato e proporzionato rispetto alle informazioni sul prodotto, e non devono essere ingannevoli o fuorvianti.

Le aziende produttrici di vino hanno a disposizione un certo periodo di tempo per adeguarsi alle nuove norme e per apportare le modifiche necessarie alle loro etichette.

L’adozione di questa delibera da parte dell’UE è stata accolta con favore da molti rappresentanti della comunità sanitaria e da coloro che lottano contro l’alcolismo, una tra questi è l’Irlanda, ben propensa ad apporre le etichette sopra menzionate sulle bottiglie di vino, birra e liquori prodotti nel paese. Alcuni produttori ritengono che gli avvertimenti sulla salute possano aiutare a sensibilizzare i consumatori sui rischi associati al consumo eccessivo di alcol e incoraggiare un consumo più responsabile e consapevole del vino. Ma…

…In Italia

Il vino è un baluardo della cultura enogastronomica italiana. Il vino è un’espressione della storia, della geografia e della cultura di tutte le regioni del paese. La produzione vinicola italiana di eccellenza è una delle più antiche al mondo e include meravigliosi e variegati vitigni, stili e tradizioni. Il vino italiano è anche un’importante risorsa economica per il paese, generando posti di lavoro e attirando turisti da tutto il mondo.

Una tra le prime reazioni in Italia è quella di Coldiretti:

“Il via libera dell’Unione Europea alle etichette allarmistiche sul vino è un attacco diretto all’Italia, principale produttore ed esportatore mondiale con oltre 14 miliardi di fatturato di cui più della metà all’estero”.

Secondo Coldiretti si tratta infatti di un vero e proprio sabotaggio a sfavore di una filiera che in Italia, dal campo alla tavola, garantisce 1,3 milioni di posti di lavoro ed è la principale voce dell’export agroalimentare.

“E’ del tutto improprio assimilare l’eccessivo consumo di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità ed a più bassa gradazione come la birra e il vino, diventato in Italia l’emblema di uno stile di vita attento all’equilibrio psico-fisico, da contrapporre all’assunzione sregolata di alcol” – Presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

Un parere analogo lo ha espresso Filiera Italia definendo la delibera:

“Un attacco diretto contro le nostre eccellenze e contro un modello fatto di equilibrio e di qualità”

Si intende facilmente che la recente decisione dell’UE di imporre alle aziende produttrici di vino di inserire tali messaggi sulle etichette dei loro prodotti ha suscitato diverse preoccupazioni tra i viticoltori e gli addetti del settore enogastronomico.

La voce dei produttori italiani

In primis, c’è preoccupazione che i messaggi di avvertimento sulla salute possano danneggiare la reputazione del vino italiano e scoraggiare i consumatori dall’acquistare i prodotti italiani.

Il vino italiano è spesso associato a un consumo consapevole, moderato e di eccellenza e a una cultura del vino radicata e non all’abuso. Se non si parla di abuso non sussiste la necessità di veicolare tali messaggi così impattanti e generalisti sulle etichette. Molti produttori temono che i messaggi di avvertimento possano minare alla loro immagine.

Inoltre, c’è il pensiero che i messaggi di avvertimento possano avere un impatto negativo sul settore enogastronomico italiano in senso più ampio.

Il vino è considerato un elemento chiave della cultura enogastronomica italiana e molti temono che la decisione dell’UE possa avere ripercussioni negative sulle strutture ricettive, sul turismo enogastronomico e su tutte le altre iniziative di settore.

In ultimo, non per importanza, c’è l’interpretazione da parte dei produttori di vino italiani e degli operatori del settore che tale delibera sia un vero e proprio attacco alla tradizione e identità italiana di cui il vino di eccellenza si fa uno dei maggiori portavoce.

Messaggio o sabotaggio?

L’UE già permetteva alle aziende produttrici di vino di inserire messaggi sanitari sulle etichette dei loro prodotti.

Questi messaggi si discostano di gran lunga dalle diciture di cui abbiamo parlato nei paragrafi precedenti, non dobbiamo confonderli, e possono includere informazioni sui benefici per la salute associati al consumo moderato di vino.

La decisione dell’UE di consentire i messaggi sanitari sulle etichette è stata assunta per premiare il fatto che il vino sia una parte integrante della cultura e della tradizione europea e solo successivamente ad approfonditi studi scientifici a dimostrazione dei benefici per la salute associati al consumo moderato di vino.

Ovviamente non si lascia nulla alla fantasia e alla creatività. Per garantire che i messaggi sanitari sulle etichette dei vini siano precisi e non ingannevoli, l’UE ha stabilito delle regole rigorose per la loro formulazione: i messaggi devono essere basati su prove scientifiche accettate e non possono esagerare i benefici per la salute del vino; gli avvertimenti sugli effetti negativi del consumo eccessivo devono essere presenti in modo equilibrato e proporzionato rispetto ai benefici per la salute.

Ciononostante, la possibilità di inserire messaggi sanitari sulle etichette dei vini è stata accolta con favore sia dalle aziende produttrici di vino che dai consumatori, poiché consente loro di prendere decisioni informate sull’acquisto e sul consumo di vino. Inoltre, questa pratica contribuisce a promuovere un consumo responsabile e consapevole del vino, conferendo valore ai produttori di nicchia e alle produzioni di eccellenza.

Cosa ci dobbiamo aspettare?

Non lo si può affermare con certezza.

A prescindere dalle evidenze il mio pensiero è che risulterà molto limitante se si procede con queste generalizzazioni culturali. Sarà opportuno nel prossimo futuro che si rifletta sulle differenze di usi e costumi dei singoli paesi dell’UE per delineare i messaggi sanitari più idonei a salvaguardare la salute dei consumatori; premiare le pratiche agricole sostenibili e i prodotti vitivinicoli genuini di eccellenza di alcuni paesi, tra cui il nostro e, al contempo, essere allineati con le abitudini di consumo del mercato di riferimento.

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